Con riferimento alla querela di falso (che non è una procedura penale, bensì civile intesa ad accertare l’eventuale falsità materiale di un atto) presentata da Emanuele Pasculli con riferimento all’atto di revoca della sua delega assessorile, il sindaco di Bari dichiara quanto segue:
“La difesa di Pasculli lamenta che io abbia motivato la revoca della sua delega a causa “della pendenza a suo carico di un’indagine preliminare”.
L’argomento è puerile e “da azzeccagarbugli” e mira a sostenere in modo paradossale che io abbia utilizzato quale causale della revoca della delega la formale pendenza a carico del Pasculli di un’indagine penale preliminare.
La verità ha invece natura sostanziale e non cavillosa, e consiste in quanto segue: nell’esercizio delle mie funzioni di sindaco di Bari ho acquisito a carico di Emanuele Pasculli notizia di reato di tentata concussione continuata e per tale ragione, obbligato dalla legge, ho determinato con la mia denuncia l’inizio a carico di Emanuele Pasculli di un’indagine penale preliminare.
È noto infatti, che a norma dell’art. 335 c.p.p. l’indagine preliminare comincia nel momento in cui la notizia di reato viene portata a conoscenza del pm o della polizia giudiziaria e, poiché io ho reso la mia deposizione direttamente al pm, dott. Pasquale Drago, avevo la certezza materiale e giuridica della pendenza di un’indagine preliminare a carico di Pasculli Emanuele sin dalla data della mia denuncia.
Tertium non datur.”
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